L’attività della Ciclistica Santerno va avanti da venti anni su più fronti: agonistico, organizzativo, ma soprattutto formativo.
Tutto questo però non sarebbe possibile senza il contributo di sponsor, volontari, istituzioni, ragazzi e ragazze, genitori, appassionati di ciclismo e amici della società. Ma non solo: sarebbe impossibile senza la COLLABORAZIONE, sia tra tutti i soggetti già citati che con altre società sportive e ciclistiche locali.
La Ciclistica Santerno Fabbi Imola, con grande soddisfazione, dialoga in maniera molto produttiva con molte realtà locali, basti pensare al grande contributo che viene fornito in ambito organizzativo dal GS Dosi, ma anche da altre società imolesi come la Sacmi Imola o da altre provenienti da Comuni limitrofi come il Team Casale.
Nel 2015 è nata una ulteriore collaborazione con la società cicloturistica Gs Campanella-Ronchini Imola, che ha ospitato gli Allievi della Ciclistica Santerno Fabbi Imola al proprio pranzo sociale e ha poi donato parte del ricavato dell’iniziativa proprio al sostegno dell’attività giovanile.
Una scelta accolta con grande soddisfazione dalla società gialloverde, che coglie l’occasione per una chiacchierata con il presidente del Gs Campanella-Ronchini, Cesare Martini.
Cesare, una bella iniziativa a sostegno dei giovani e dello sport giovanile. Un bell’esempio. Ci puoi spiegare dal tuo punto di vista le ragioni che vi hanno portato a questa iniziativa?
“Come amanti di questo sport, il ciclismo, riteniamo sia importante aiutare i giovani atleti che possono creare un futuro sportivo sul nostro territorio. Non essendo un’associazione a fine di lucro, il nostro contributo è relativamente modesto, ma gli obiettivi rimangono sempre e comunque quelli di dare prima di tutto una mano, ma anche quello di lanciare un messaggio pubblicitario che possa magari coinvolgere anche altre realtà del territorio, nella speranza di poter dare un aiuto sempre maggiore alle squadre giovanili”.
Cesare, Puoi raccontarmi qualcosa del Campanella Ronchini, è un team storico di Imola, ma vorrei farlo conoscere meglio a soci e atleti della Santerno Fabbi, oltre a tutti i lettori del nostro sito.
“Il Campanella Ronchini nacque nel 1976 da un gruppo di amici che mossi da grande passione, decise di fondare questa società. Nel tempo quel gruppo si è evoluto fino a diventare una squadra fulcro di una vita associativa, a carattere prettamente volontario e democratico, le cui attività sono espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo, basate ancora oggi su quell’immutata passione per la bici.
Siamo di fatto una società senza scopo di lucro che opera esclusivamente per fini sportivi, ricreativi e culturali, nonché per l’esclusivo soddisfacimento di interessi legati il ciclismo (e alla tavola), che ci accomuna nel nostro tempo libero.
Il nostro nome richiama la nostra sede (Centro Sociale Campanella) ma soprattutto un grande campione del territorio imolese, il grande Diego Ronchini, storico corridore imolese, professionista dal 1956 al 1966″.
Gruppo di amici mossi da grande passione… dal cicloturismo al ciclismo giovanile, i punti in comune sono molti, basta coltivarli!
“Il nostro spirito, come detto, è quello di condividere una passione che ci accomuna e coltivarla con ritrovi ludico/sportivi che ci aiutano ad unire ed accrescere quello che alla base rimane un gruppo di amici.
Auguriamo a tutti i ragazzi e le ragazze della Ciclistica Santerno Fabbi il meglio nel ciclismo, ma saremo ben lieti di accogliere anche i giovani della società gialloverde qualora decidessero in futuro di abbandonare l’agonismo”.
Chi era Diego Ronchini:
Diego Ronchini nasce ad Imola (BO), il 9 dicembre 1935. Dopo una brillante carriera dilettantistica (solo nell’ultimo anno, il 1956, vinse la Ruota d’Oro, il Gran Premio Pirelli e altre venti gare), debuttò in maniera stupefacente nel Giro di Lombardia restando in testa alla corsa, assieme al suo idolo Coppi, sino a 5-6 chilometri dal Vigorelli allorché sotto la spinta di Fiorenzo Magni (scatenatosi per reagire alla “dama bianca” che, superandolo in auto, gli aveva fatto uno sberleffo) il gruppetto degli inseguitori con Darrigade raggiunse la coppia di testa e il francese vinse davanti al “campionissimo” uno sprint spacca cuore.
Un anno dopo Diego si prese la rivincita imponendosi nella classicissima di chiusura.
In undici anni di professionismo, dal 1956 al 1966, vinse 14 corse, tra le quali il Giro di Lombardia nel 1957, e il titolo di campione d’Italia nel 1959, che fu il suo anno migliore. In quest’anno infatti, oltre alla conquista della maglia tricolore vincendo il drammatico sprint nel Giro del Lazio ’59, arrivò terzo al Giro d’Italia e quinto al mondiale di Zandvoort. Al Giro d’Italia arrivò anche quinto nel 1963. Vinse il Giro della Regione Sicilia, il Giro dell’Emilia nel 1958 e nel 1961 e il Giro del Veneto nel 1960. Nello stesso anno conquistò il Trofeo Baracchi, in coppia con Romeo Venturelli.
Forte anche a cronometro, con piazzamenti alle spalle di Baldini e Anquetil.
E’ stato protagonista al Giro d’Italia: nel ’59 fini 3° a 4″ da Anquetil per un errore del giudice d’arrivo nella tappa di St. Vincent che attribuì al francese una decina di secondi di meno di quelli effettivi; nel ’63, l’anno del debutto della Salvarani, società per la cui correva (ha indossato anche le maglie della Bianchi, della Carpano, della Ghigi e della Cynar), è stato per dieci tappe in maglia rosa, che mollò nel finale, terminando 5° assoluto. E’ stato prezioso uomo di fiducia di Gimondi nel vittorioso Tour ’65 e ha chiuso la carriera in seguito a un gravissimo incidente in allenamento il 26 agosto 1966. Divenne, quindi, direttore sportivo sia di squadre professionistiche che dilettantistiche.