Si consolida la collaborazione con Gs Campanella-Ronchini e le società cicloturistiche del territorio

Se la Ciclistica Santerno Fabbi Imola porta avanti dal 1995  i propri valori su numerosi fronti (formativo, agonistico, organizzativo), il merito è da spartire tra tanti soggetti diversi.
Sponsor, volontari, istituzioni, ragazzi e ragazze, genitori, appassionati di ciclismo e amici della società: tutti portano il proprio contributo alla causa. Tra tutte le categorie citate, uno spazio particolare lo meritano altre società sportive e ciclistiche locali che collaborano con la Ciclistica Santerno Fabbi Imola.

La Ciclistica Santerno Fabbi Imola, con grande soddisfazione, dialoga in maniera molto produttiva con molte realtà locali, basti pensare al grande contributo che viene fornito in ambito organizzativo dal GS Dosi, ma anche da altre società imolesi come la Sacmi Imola o da altre provenienti da Comuni limitrofi come il Team Casale.

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Gli Allievi al pranzo sociale del Gs Campanella-Ronchini

Nel 2015 è nata una ulteriore collaborazione con la società cicloturistica Gs Campanella-Ronchini Imola, che quest’anno raggiunge il traguardo dei 40 anni di storia. Una piacevole novità per la Ciclistica Santerno Fabbi, ma che ha trovato conferma nel 2016, quando per il secondo anno consecutivo gli Allievi della Ciclistica Santerno Fabbi Imola sono stati ospiti del proprio pranzo sociale del Gs Campanella-Ronchini.
Una parte del ricavato delle attività organizzate dalla società Gs Campanella-Ronchini verrà devoluta a sostegno dell’attività giovanile gialloverde, con soddisfazione sia per la Ciclistica Santerno Fabbi che per la società cicloturistica presieduta oggi da Bruno Montroni, un gruppo sportivo che persegue l’obiettivo della socializzazione tramite la comune passione degli associati per la bicicletta. Una società il cui nome richiama la sede sociale (Centro Sociale Campanella) e, soprattutto, un grande campione del territorio imolese, Diego Ronchini, storico corridore imolese che fu professionista dal 1956 al 1966.

 

Chi era Diego Ronchini:
Diego Ronchini nasce ad Imola (BO), il 9 dicembre 1935. Dopo una brillante carriera dilettantistica (solo nell’ultimo anno, il 1956, vinse la Ruota d’Oro, il Gran Premio Pirelli e altre venti gare), debuttò in maniera stupefacente nel Giro di Lombardia restando in testa alla corsa, assieme al suo idolo Coppi, sino a 5-6 chilometri dal Vigorelli allorché sotto la spinta di Fiorenzo Magni (scatenatosi per reagire alla “dama bianca” che, superandolo in auto, gli aveva fatto uno sberleffo) il gruppetto degli inseguitori con Darrigade raggiunse la coppia di testa e il francese vinse davanti al “campionissimo” uno sprint spacca cuore.
Un anno dopo Diego si prese la rivincita imponendosi nella classicissima di chiusura.
In undici anni di professionismo, dal 1956 al 1966, vinse 14 corse, tra le quali il Giro di Lombardia nel 1957, e il titolo di campione d’Italia nel 1959, che fu il suo anno migliore. In quest’anno infatti, oltre alla conquista della maglia tricolore vincendo il drammatico sprint nel Giro del Lazio ’59, arrivò terzo al Giro d’Italia e quinto al mondiale di Zandvoort. Al Giro d’Italia arrivò anche quinto nel 1963. Vinse il Giro della Regione Sicilia, il Giro dell’Emilia nel 1958 e nel 1961 e il Giro del Veneto nel 1960. Nello stesso anno conquistò il Trofeo Baracchi, in coppia con Romeo Venturelli.
Forte anche a cronometro, con piazzamenti alle spalle di Baldini e Anquetil.
E’ stato protagonista al Giro d’Italia: nel ’59 fini 3° a 4″ da Anquetil per un errore del giudice d’arrivo nella tappa di St. Vincent che attribuì al francese una decina di secondi di meno di quelli effettivi; nel ’63, l’anno del debutto della Salvarani, società per la cui correva (ha indossato anche le maglie della Bianchi, della Carpano, della Ghigi e della Cynar), è stato per dieci tappe in maglia rosa, che mollò nel finale, terminando 5° assoluto. E’ stato prezioso uomo di fiducia di Gimondi nel vittorioso Tour ’65 e ha chiuso la carriera in seguito a un gravissimo incidente in allenamento il 26 agosto 1966. Divenne, quindi, direttore sportivo sia di squadre professionistiche che dilettantistiche.

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