Contributo a cura di Luca Martelli, realizzato per la 21° Edizione de “Il giorno della Scorta”.
Scarica la brochure qui: http://www.progettiscorta.it/mat_scaricabili_scorta/Scorta2012_bassa.pdf
Come presidente della Ciclistica Santerno Fabbi Imola vedo sostanzialmente tre priorità fondamentali: gli allenamenti, l’attività organizzativa ed infine le possibili evoluzioni future per una migliore sicurezza in bicicletta.
Dalla categoria esordienti (13 anni) in su, gli allenamenti in strada sono il cuore pulsante di ogni squadra, ed avvengono su base quasi quotidiana; il codice della strada è molto chiaro a riguardo del comportamente che i ciclisti devono mantenere; il codice tutela la sicurezza della circolazione e non l’interesse, seppure legittimo, di allenarsi. Detto questo, il traffico, l’ingombro sempre maggiore dei mezzi a 4 (o più) ruote rendono sempre più complicata la convivenza in sicurezza col traffico veicolare. Nell’organizzazione di una squadra ciclistica risulta quindi fondamentale la figura del direttore sportivo che abbia la possibilità di impegnare i propri pomeriggi seguendo i ragazzi con l’ammiraglia o col motorino allo scopo di indirizzarli negli allenamenti, ma soprattutto di proteggerli e renderli più visibili al traffico veicolare: una sorta di “scorta tecnica in allenamento”, anche se purtroppo, per ora, non ancora prevista dal codice della strada. Risulta sempre più raro poter avere a disposizione, nei propri organici, direttori sportivi disposti ad assumersi tali responsabilità e con disponiblità di tempo durante la settimana, ed è questo uno degli elementi che spesso impone scelte drastiche come la cessazione dell’attività agonistica da parte delle società.
La prevenzione dei rischi parte però dalla selezione dei percorsi di allenamento, ad esempio sotto-forma di circuiti. Nella nostra esperienza, la cittadinanza e gli automobilisti che vivono o transitano presso tali zone, imparano col tempo a riconoscere l’ammiraglia della società e ad assumere un comportamento alla guida più prudente, ad esempio, in fase di sorpasso: una convivenza. Peraltro l’amministrazione Comunale si è resa disponibile ad apporre una segnaletica verticale di pericolo (cartello triangolare) che indichi la possibile presenza di “ciclisti in allenamento” sui circuiti concordati. Un obiettivo che la Santerno Fabbi desidera raggiungere proprio nel corso del 2013.
Diverso invece il problema per quanto riguarda i giovanissimi. Non in tutte le città è possibile disporre di una pista di allenamento dedicata e chiusa al traffico, per problematiche di pianificazione urbanistica e disponibilità economiche. E’ pressochè necessario, andare alla ricerca di un’area protetta in cui effettuare gli allenamenti: in tal senso ad Imola ci alleniamo presso la pista di Kart di Ponticelli (alcuni km fuori città) e di recente abbiamo raggiunto un accordo con l’Autodromo che ci mette a disposizione l’area parcheggio del Paddock 3, recintata e chiusa al traffico. La ricerca della costruzione di una pista dedicata al ciclismo comunque non si può fermare, non si fermerà.
Passando invece alla sicurezza in corsa, la domanda che credo ci si debba porre in fase di organizzazione di nuovi eventi, in coscienza, è: “La sicurezza può essere assoggettata a compromessi?”. Il presidente di società è spesso allo stesso tempo responsabile dello svolgimentro della manifestazione oltre che della sicurezza della stessa unitamente al direttore di corsa. La risposta può sembrare ovvia, in realtà la sicurezza deve essere preparata, pianificata e budgettizzata a tavolino come condizione necessaria allo svolgimento della manifestazione. Nella nostra esperienza, durante la due giorni in Autodromo identifichiamo una persona responsabile esclusivamente di verificare la sicurezza del percorso, in aggiunta al direttore di corsa, e riassettare eventuali dettagli, prima e durante la manifestazione.
Infine, secondo il principio del miglioramento continuo, a volte mi domando se casco e guantini siano veramente sufficienti a proteggere un giovane ciclista durante una caduta. L’evoluzione dei tessuti, delle plastiche / gel e delle protezioni in altri sport dimostra che si possano cominciare a identificare e sperimentare forme di protezione ergonomiche per colonna vertebrale, clavicole, etc… anche nel ciclismo. Questa tipologia di stimoli può e deve nascere dalle società sportive, fa parte delle nostre responsabilità.